12 luglio 2019

Indicatori Sintetici di affidabilità (ISA): perché ci sono e come affrontarli

Per comprendere quello che sta accadendo con gli ISA, Indicatori Sintetici di Affidabilità, che debuttano con le dichiarazioni dell'anno 2019, è utile secondo me fare una breve cronistoria dell'evoluzione degli studi di settore che poi ha portato alla loro eliminazione e sostituzione con gli Indicatori Sintetici di Affidabilità.

Io sono particolarmente affezionato agli studi dei settore perché ho sperimentato con essi i miei primi contenziosi tributari, cioè le mie prime lotte con il Fisco. Si trattava degli anni 2007-2008, ho fatto parecchi contenziosi da accertamenti di studi di settore e devo dire tutti vittoriosi, perché originariamente l'Agenzia delle Entrate utilizzava lo strumento in maniera automatica.

Una società non congrua cioè veniva accertata indipendentemente da altri fattori che testimoniassero una potenziale evasione e allora non era così complesso convincere un giudice che quello strumento da solo non era sufficiente a giustificare un accertamento, anche perché i ricavi degli accertamenti non potevano essere a norma di legge solo quelli derivanti dagli studi di settore ma quelli, diceva la legge, fondatamente desumibili dagli studi di settore, che è un qualcosa di più.

Gli studi di settore erano uno strumento importante di accertamento ma non certamente da solo: era un elemento che insieme ad altri poteva portare ad un accertamento. Alla fine questo principio che mi aveva portato a vincere in molti contenziosi è stato poi accolto dalla Corte di Cassazione che nel 2009, con una nota sentenza, ha istituito in maniera chiarissima che lo studio di settore non poteva essere utilizzato in maniera automatica come mezzo di accertamento. Per di più, per dirlo in "lagalese", lo studio di settore è una presunzione semplice e non una presunzione legale che porta all'inversione dell'onere della prova in capo al contribuente.

Quindi da allora, l'Agenzia delle Entrate ha smesso di fare accertamenti automatici da studi di settore. Negli anni l'applicazione di accertamento da studi di settore ha colpito soltanto i contribuenti più deboli, quindi non hanno voluto o potuto difendersi e poi l'amministrazione finanziaria ha capito che in quella strada non si andava molto lontano e quindi progressivamente ha abbandonato gli accertamenti da studi di settore fino ad abbandonare lo strumento degli studi di settore dopo vent'anni di servizio.

Ora abbiamo di fronte gli ISA. Gli ISA quindi sono una evoluzione naturale di uno strumento che non poteva essere più utilizzato come mezzo di accertamento ma, devo dirvi fin d'ora, gli ISA almeno apparentemente nel guardare il modello, non differiscono affatto dagli studi di settore. Sono una riproposizione degli stessi identici dati che c'erano negli studi di settore, con in più una serie di informazioni che riguardano un tot di anni precedenti e quindi non solo l'anno in questione. Quindi una valutazione articolata non solo sull'esercizio in corso ma anche su quelli precedenti. Non c'è più una valutazione puntuale anche perché anche l'amministrazione si è resa conto che non aveva un senso dire "tu sì e tu no", "promosso o bocciato", è forse più logica una indicazione graduale dell'affidabilità del contribuente.

Una cosa che non cambia è che ci sono degli indici premiali, anche negli studi di settore, anche per i contribuenti congrui e coerenti c'erano effetti premiali e ci sono anche negli indicatori sintetici di affidabilità, quindi chi prende più di 8 ha alcuni benefici, quali per esempio il non dover mettere il visto di conformità sui crediti fiscali, il non essere soggetto ad alcuni tipi di accertamenti e veder ridotto il periodo nel quale il Fisco può fare l'accertamento.

Quello che deve spaventare il contribuente, secondo me, non è tanto il voto in sè, quanto quello che ci sta dietro: perché si prende un certo tipo di voto. Sarà quindi importante per ogni contribuente fare un'analisi delle ragioni per cui hai preso un determinato voto, anche per comprendere in funzione prospettica e di valutazione futura quali sono gli elementi contabili e organizzativi della sua impresa che il Fisco considera a rischio e potenzialmente indicatori di evasione.

Quindi utilizziamo questo primo anno di Indicatori Sintetici di Affidabilità per capire come funzionano e per avere elementi utili per strutturarci e organizzarci al meglio nei prossimi anni.

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